Il Death Café è un luogo di discussione sulla morte che nasce nei primi anni di questo secolo a partire da un’idea del sociologo Bernard Crettaz che ha organizzato in Svizzera i primi Café mortel con lo scopo di contrastare la rimozione contemporanea della morte e del lutto. Si diffonde nel mondo a partire dal 2010 grazie ad un format strutturato da Jon Underwood e Sue Barsky Reid (http://deathcafe.com). In Italia ne sono state realizzate alcune edizioni a Roma, Parma e Verona.
Il 29 ottobre 2015 alle ore 21.00 un Death Café sarà realizzato a Bologna su iniziativa della I.A.T.S. (International Association of Thanatology and Suicidology), in collaborazione con l’Associazione Rivivere (www.clinicacrisi.it) nella sede di quest’ultima (via G. Ercolani 3, Bologna).
L’obiettivo che tutti i Death Café condividono è: “to increase awareness of death with a view to helping people make the most of their (finite) lives” (favorire la consapevolezza della morte con l’intento di aiutare le persone a dare il meglio di sé nelle loro vite finite).
In questa prospettiva comune il nostro Death Café si propone di contrastare l’idea dominante nella contemporaneità secondo la quale le persone danno il meglio di sé nella loro vita se, pur sapendo per certo che essa finirà, vivono cercando di non pensarci. Come dice pressapoco il filosofo Spinoza: “il saggio (cioè colui che vuole dare il meglio di sé nella vita) pensa alla vita e non alla morte”.
Il Death Café del 29 ottobre prossimo è concepito, in altri termini, come una specie di Circolo dei mortali che si riuniscono per provare se non sia proprio parlando della morte insieme agli altri che si riesce vivere meglio e a sopportare di dover morire.